Un sogno diventato realtà. Il grazie di padre Tiziano

Un sogno diventato realtà. Il grazie di padre Tiziano

Pubblichiamo lettera scritta da padre Tiziano Pozzi, medico e missionario, responsabile del Dispensario di Niem nella Repubblica Centrafricana, in cui ripercorre le fasi della realizzazione del blocco operatorio presso il Centro Sanitario e, con parole cariche di emozione, desidera ringraziare tutti coloro che hanno aiutato nel compimento dell’opera e che hanno sostenuto il progetto.
Il progetto “Londo mo tambula” (che in sango significa “Alzati e cammina”) é stato in un secondo momento ribattezzato “Progetto Isa”, in ricordo della sorella di padre Pozzi, prematuramente scomparsa.

 

Niem, 5 luglio 2020

 

Carissimi Amici

 

in una lettera del 30 agosto 2015 scrivevo queste parole:

“… Da una decina di giorni ho iniziato gli scavi per la costruzione di un piccolo blocco operatorio qui a Niem.  Sta diventando una vera necessità per i tanti malati che arrivano da tutte le parti; infatti dopo la crisi, dovuta al colpo di Stato del 2013,  hanno ripreso a venire anche dal Cameroun.
Certo é un progetto impegnativo e le difficoltà nella sua realizzazione non mancheranno.
Ecco, mi piacerebbe che anche voi partecipaste a questo progetto, soprattutto in ricordo di mia  carissima sorella Isa.
In un primo tempo pensavo di chiedervi un aiuto per acquistare una qualche apparecchiatura , ma  credo che non sia sufficiente e andrei fuori strada e nemmeno mia sorella, dal Paradiso, ne sarebbe contenta. Si, perché tutte le apparecchiature, tutti i macchinari  prima o poi si guastano oppure diventano inadatti e sono da cambiare.  Non durano per sempre.
Per voi, ci vuole qualcosa di più, qualcosa di speciale che duri per sempre come la nostra amicizia e l’amicizia che avevate per Isa. Mi piacerebbe che partecipaste alla costruzione delle fondamenta di questa struttura: pietre, cemento, ferro. Materiali che restano per sempre. Sarebbe come se voi foste qui a realizzare questo progetto con le vostre mani, col vostro sorriso ed appunto con la vostra anzi, con la nostra amicizia che é per sempre. Si, la Isa darebbe subito la sua approvazione. Sarebbe davvero una casa  costruita sulla roccia che neppure i grandi temporali tropicali  di questo periodo riuscirebbero a scalfire”.

 

Dallo scorso 20 giugno finalmente questo sogno è diventato una realtà!
Cinque anni di lavori che possono sembrare un tempo infinito; così come le difficoltà incontrate sono state infinite!
Basti pensare che la nostra regione dal 2013 vive in uno stato di insicurezza e precarietà e dal settembre 2017 è sotto il controllo di un gruppo di ribelli.
Lo Stato centrafricano si è completamente ritirato; capite bene che in queste condizioni anche far giungere il materiale e le attrezzature non è stato facile…
Vi confesso che ho avuto qualche momento di sconforto però in fondo al mio cuore c’è sempre stata un’incrollabile certezza: quando si fa qualcosa senza cercare il proprio tornaconto per chi ha bisogno, per chi soffre, per chi non sa dove andare a curarsi quando sta male la Provvidenza Divina non ci abbandona mai.

 

Eccomi qui allora a ringraziare tutti voi.
Non posso nominarvi uno a uno. Ci vorrebbe l’elenco telefonico, di quelli spessi che si usavano 30 anni fa. Però permettetemi di ringraziare alcune persone.
Prima di tutto i il signor Giovanni Fossati che ha partecipato fin dall’inizio a questa avventura: dalla progettazione, alla scelta dei materiali e soprattutto alla sua realizzazione concreta.
Costruzione dell’edificio, realizzazione degli impianti elettrico, igienico-sanitario…. un lavoro seguito ed eseguito con tanta passione e attenzione anche nei più piccoli particolari.
Senza il suo “ci sto” i lavori non sarebbero mai iniziati.
Poi padre Piero Trameri, il nostro Procuratore delle Missioni e Giovanni Parolari che collabora con noi nell’ufficio dell’associazione AMICI Betharram Onlus.
Naturalmente non posso dimenticare la mia amatissima cugina Ornella: mille sono le iniziative che ha messo in atto per questo progetto. Ora dal Paradiso starà sorridendo e anche un po’ borbottando, ne sono sicuro.
E poi Paolo, Ivano, Daniele, Fabrizio, Manuel e “nonno” Ugo che a 82 anni è venuto a fare l’intonaco!
Scusatemi ancora se non nomino tutti voi.

 

Adesso però inizia una nuova fase, altrettanto impegnativa.
Per far funzionare la sala operatoria ho ancora bisogno del vostro sostegno, della vostra generosità. Attualmente vi lavorano due giovani chirurghi: Julien e Benjamin. Quest’ultimo viene direttamente dalle nostre scuole di villaggio ed è diventato chirurgo! Anche lui ha fatto un lungo cammino, sempre grazie a tutti voi. Inoltre c’è il personale ausiliario.
Sicuramente ora il progetto del blocco operatorio nato cinque fa ora entra nella sua ulteriore fase, quella del suo mantenimento con il sostegno al personale.

So bene che in Italia col Coronavirus la situazione generale si è fatta complicata e c’è qualche incertezza economica in più; anche nel nostro Bel Paese ci sono tante persone a cui dare una mano.
Sono sicuro però che non vi dimenticherete di me, della nostra missione, della nostra gente che può ricambiare solo con un Grazie infinito.

Ora, mentre vi sto scrivendo mi stanno passando davanti i vostri volti, i vostri nomi, tantissimi  momenti vissuti insieme e tantissimi ancora da vivere, ricordi che il tempo non potrà mai cancellare.
Mi fermo qui perché gli occhi cominciano ad inumidirsi.
Vi dico solo GRAZIE per il bene che mi volete .
Ogni giorno ringrazio il Signore per tutto questo.

 

Un abbraccio immenso e una preghiera per voi ed i vostri cari.

 

Padre Tiziano Pozzi
(Direttore Dispensario di Niem – Repubblica Centrafricana)